Economia: il Fvg è ripartito anche grazie alla locomotiva pordenonese

Ho stampato nel mio album mentale la fotografia dei 5000 caschetti in Piazza Unità a Trieste. Accadeva poco prima delle scorse regionali, cinquemila posti di lavoro persi nel comparto dell’edilizia della nostra regione. Una popolazione di un nostro comune medio se ci pensate.
Nello stesso anno Il Piccolo titolava così: “Porto di Trieste, le ragioni del declino” e assieme al porto c’era una crisi di tutto il comparto logistico che rimaneva a guardare. Per tornare nelle zone più vicine a casa mia, c’era la crisi del comparto del mobile, in molti erano scettici sul futuro di quel settore.
Sapevo avremmo avuto sfide difficili davanti a noi, non possiamo dire di averle vinte tutte e su molte ci stiamo ancora lavorando, come per esempio sul tema dell’occupazione nel settore costruzioni, comparto che finalmente ha un +5,7% nelle commesse.
Tavoli di crisi, concertazioni, provvedimenti come Rilancimpresa ci hanno visti non solo sempre “sul pezzo” ma anche traguardare orizzonti futuri per la nostra regione. Abbiamo puntato su ricerca e innovazione, mettendo nel contempo a disposizione strumenti finanziari e di credito alle imprese. Questo ha permesso di rimettere in moto il Friuli Venezia Giulia trascinato dalla locomotiva pordenonese. Non lo dico io, ci sono i dati della Camera di Commercio di Pordenone a confermarlo.
Abbiamo una sfida davanti a noi, che dobbiamo intraprendere insieme per i prossimi cinque anni, dobbiamo puntare più in alto.