Olocausto: memoria antidoto a indifferenza

Qualche giorno fa è scoppiato il caso di un meccanico di Rimini che ha riportato la scritta “ARBEIT MACHT FREI” sul portone della sua officina, affermando che, essendo nato nel ‘79, lui non solo non sa cosa sia Auschwitz ma nemmeno il nazismo. Ecco, questo era il terrore di chi, tornato dai campi di concentramento, non solo aveva paura di non essere creduto, ma addirittura che si potesse dimenticare l’Olocausto di un popolo». Inizia così il post che Sergio Bolzonello, candidato presidente della Regione, ha pubblicato su Facebook in occasione della giornata della “Memoria”.
Nel suo pensiero, Bolzonello, aggiunge che «Quelle parole, bagnate dal sangue di chi allora le ha attraversate per entrare in quell’inferno, devono servirci da monito. Credo che pochi conoscano la silenziosa resistenza di quella “B” rovesciata nell’insegna. Nella quotidianità della sofferenza, in quella vastità del male, un fabbro tra i deportati, scelto dalle SS per quella creazione, ha lasciato un segno del suo personale dissenso saldando quella “B” al contrario. Un gesto piccolo, in segno di protesta, di cui nessuno si accorse per tantissimo tempo. Non solo oggi, ma ogni giorno, ognuno di noi deve diventare quel fabbro: il fabbro di una resistenza permanente contro l’indifferenza, il cui unico antidoto è solo la memoria. Piccoli gesti quotidiani affinché quello che è stato il peggior genocidio della storia non venga mai dimenticato. Perché, come scrive Primo Levi, “se comprendere non è possibile, conoscere è necessario”» conclude Bolzonello che ha preso parte alle cerimonie a Pordenone.