Turismo: Giunta e cdx non affrontano cambiamenti climatici

«Negando una politica di investimenti per i poli turistici montani basata su criteri diversi, il governo regionale ha dimostrato ancora una volta la sua inadeguatezza di fronte alle sfide imposte dai cambiamenti climatici. La Giunta ha preferito scaricare la responsabilità delle scelte sul Consiglio regionale che con la maggioranza di centrodestra del tutto dipendente dall’iniziativa dell’esecutivo ha evitato di prendere posizioni, confermando dunque un’azione politica fatta di elargizioni di somme anche ingenti, ma senza una visione in prospettiva». Queste le mie dichiarazioni come primo firmatario dell’emendamento modificativo della mozione discussa in Aula e sottoscritte da Diego Moretti e Chiara Da Giau a margine della bocciatura della mozione proposta dal gruppo Patto per l’autonomia che a loro avviso avrebbe dovuto condurre a “una svolta coraggiosa nelle politiche del turismo montano in Fvg”.

«La mozione presentata dai colleghi del Patto per l’autonomia, emendata e sottoscritta dal gruppo del Pd  coglieva una necessità incontestabile di rivalutazione attenta delle politiche di investimento nei poli sciistici per evitare di disperdere risorse in opere non più in grado di garantire nel tempo sostentamento e sviluppo delle aree montane. Purtroppo stiamo facendo esperienza diretta di come le conseguenze del cambiamento climatico investano già il presente e non siano più solo scenari proiettati nel futuro».

«Se è vero che il Piano montagna 365, ha già nelle sue corde il pensiero di un’economia turistica che possa svolgersi lungo l’intero arco dell’anno svincolata dalla sola presenza della neve, riteniamo necessaria una virata più coraggiosa, in risposta non solo alle criticità della crisi climatica, ma anche ai profondi cambiamenti sociali ed economici che la crisi pandemica, bellica ed energetica stanno determinando». Infine «il voto contrario di Giunta e maggioranza suona invece come l’incapacità di andare oltre la difesa di un immediato interesse di consenso, sacrificando l’interesse comune duraturo».

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